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2° incontro Liberi Saperi Giovedì 28 Giugno h 21.00
2° incontro Liberi Saperi Giovedì 28 Giugno h 21.00 al Circolo dei Malfattori Günther Anders, LO SGUARDO DALLA TORRE, ne discutiamo con il curatore Devis Colombo
Günther Anders (1902-1992) filosofo tedesco, scrittore, attivista e teorico del movimento antinucleare, è stato uno dei più radicali critici della civiltà tecnologica e della società dei consumi. Con l’avvento di Hitler al potere fu costretto all’esilio per motivi politici e razziali, diventando oppositore di ogni forma di totalitarismo. Non soltanto di quello fascista, a noi più noto, ma anche di ciò che Anders definisce “totalitarismo tecnologico”, a causa del quale gli uomini – asserviti a un sempre più crescente mondo delle macchine che determina la loro esistenza e il loro destino – smarriscono la propria autonomia, perdendo così la capacità di agire attivamente nella società e nella storia.
Suscitarono vivaci polemiche le prese di posizione di Anders contro l’inconcludenza del pacifismo, così come la proposta di fondare lo sciopero dei lavoratori non soltanto sulle rivendicazioni salariali, ma soprattutto sulla finalità e l’eticità dei prodotti che vengono creati. In un mondo in cui non siamo più noi ad andare da lui, ma è al contrario lui – sotto forma d’immagini selezionate e di notizie preconfezionate, dunque un mondo per metà assente e per metà presente che assume perciò il carattere di fantasma – a venire da noi, non possiamo più farne esperienza, siamo allontanati da esso e dai suoi avvenimenti reali, dalla possibilità di esprimere un libero giudizio: ci scopriamo insomma esiliati in una torre talmente lontana che il nostro sguardo fatica a intravedere i lineamenti, le forme e i movimenti di ciò che si svolge sotto di essa. E’ un mondo fantasmagorico che diventa per noi sempre più estraneo e nel quale – venendo meno i confini delle cose reali e la ricchezza delle differenze – avanza il conformismo del pensiero massmediatico e tutto diventa una fabula tanto ideologica quanto falsa. Tuttavia, secondo Anders, resistere a quest’attitudine affabulatoria del potere non è solamente possibile, ma è addirittura un compito prioritario da perseguire con urgenza: opponendo alla sua narrazione mistificatoria, alle sue “favole della menzogna”, le nostre “favole della verità”. Favole che riescano a ritornare alle radici dei rapporti e al fondo dei mutamenti in atto, fino descriverli, a coglierne l’essenza, a metterne a nudo le contraddizioni e a prevederne gli sviluppi, per aprire squarci di emancipazione e di pensiero libero. Che a causa dell’energia atomica l’umanità possa scomparire, che la mostruosità degli effetti dei nostri prodotti e delle nostre azioni superino la nostra capacità di comprensione e di sentirci responsabili – cosicché nuove Auschwitz, nuove Hiroshima e nuove Fukushima possano ripetersi – sono solo alcuni dei fatti che non devono più sfuggirci. Per Anders dunque la letteratura diventa un terreno di lotta sociale e politica: le favole filosofiche raccolte in Lo sguardo dalla torre, con la loro efficacia immaginativa, la loro ironia spiazzante e il loro linguaggio poetico stimolano il lettore a una riflessione critica, lo invitano a prendere una chiara posizione sulle continue trasformazioni in corso e lo esortano a “cambiare il cambiamento” affinché “il mondo non continui a cambiare senza di noi e alla fine non si cambi in un mondo senza di noi”.
Via Torricelli 19 mm2 Romolo – tram 3, 15 – bus 90
Let’s share!!! domenica 25 marzo
Collettivo Cinema Inesistente & A.sperimenti presentano
Archivio Cinematografico La Commune
+aperitivo benefit per la cassa di solidarietà NoTav
dalle 14.30 proiezioni, film-sharing, stuzzichini e chiacchiere
PORTATE HARD DISK E CHIAVETTE
per prendere e lasciare, scambiare e contaminare (no virus grazie!), sperimentare ed esperire
@Circolo dei Malfattori, via Torricelli 19, mm2 Romolo, tram 3-15, bus 90-91
Chi verrà, vedrà!
Nato da una pratica di condivisione nel settembre 2011, l’Archivio riunisce circa 800 film in formato digitale, catalogati e ordinati per regista.
Sabato 14 gennaio dalle 21 presentazione del libro le nostre braccia, meticciato e antropologia delle nuove schiavitù
Le nostre braccia
Meticciato e antropologia delle nuove schiavitù
Non esiste una purezza originaria, siamo tutti meticci.
Dalla prefazione di Bruno Barba
Le nostre braccia al lavoro. Le braccia dei migranti che formano le fila dei nuovi schiavi, non sono semplicemente i cardini sui cui poggia il benessere delle società privilegiate. Sono ossa e muscoli di africani, sudamericani, asiatici, sono nervi e cervelli di donne e uomini che viaggiano per cambiare la loro vita. Le barriere vengono aggirate, gli ostacoli rimossi a fatica, gli individui s’incontrano e si mescolano in una babele di lingue e culture. Il meticciato è l’elemento fondamentale per oltrepassare la nozione stessa di identità, la principale minaccia che si contrappone alla riscoperta della ricchezza delle differenze. In un mondo scosso da tensioni epocali, l’impatto di questo fenomeno è crescente, studiarne le dinamiche significa comprendere le crisi e le possibilità della civiltà contemporanea in cui, mai come adesso, è necessario il dialogo, l’apertura allo scambio, l’interazione positiva, il cambiamento.
Attraverso l’analisi antropologica Andrea Staid decostruisce il modello multiculturale caro ai media progressisti (o presunti tali), verificando le proprie tesi in decine di interviste a lavoratori migranti da cui sono stati selezionati ed elaborati i racconti più significativi di muratori, badanti, manovali, contadini e attivisti politici.
http://www.agenziax.it/?pid=56&sid=30