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Mercoledì 9 maggio ore 21 quella strage diventata un romanzo con claudia pinelli e luciano lanza

 

mercoledì 9 Maggio 2012

Piazza Fontana: una strage senza colpevolidalla realtà al “romanzo di una strage”

Piazza Fontana: una strage senza colpevolidalla realtà al “romanzo di una strage”

ne discutiamo con
Luciano Lanza giornalista, compagno di G. Pinelli nel gruppo “Ponte della Ghisolfa”, autore del libro Bombe e segreti

Claudia Pinelli figlia di Giuseppe Pinelli

12 dicembre 1969:
strage alla Banca Nazionale dell’Agricoltura di Milano, 17 morti e quasi 100 feriti.
15 dicembre 1969:
l’anarchico Giuseppe Pinelli viene defenestrato dal quarto piano della questura di Milano.
Le indagini della polizia sono a senso unico: il colpevole è Pietro Valpreda con gli anarchici complici, ma una grande controinformazione contesta fin da subito queste falsità.
43 anni dopo un film, “Romanzo di una strage”, riapre la discussione in modo contraddittorio. Che cosa c’è di vero e di falso nel film, quanto verosimile è il racconto che ne fa il regista, chi era veramente il commissario Luigi Calabresi e che ruolo ha avuto nell’intera vicenda, che cosa resta da accertare di questa strage, dopo le conclusioni del giudice Salvini, che continua a segnare drammaticamente la nostra storia? Queste sono alcune delle domande che verranno dibattute nel corso dell’incontro.
Di certo quel tragico 12 dicembre segna la fine di un periodo di grandi rivolgimenti culturali iniziato nel ’68 e contemporaneamente l’inizio di una delle fasi più critiche dell’Italia repubblicana. Ma in questa storia ci sono vittime e carnefici, ben distinti, non dimentichiamolo.


Sabato 28 Aprile dalle ore 15 1°incontro saperi liberi antropologia dei movimenti sociali con Amalia Rossi

 

 

 

 

 

 

 

Dalle ore 15 Amalia Rossi
Etnografia e antropologia dei movimenti sociali.

L’analisi di nuovi e vecchi movimenti sociali è stata a lungo
determinata da studi sociologici o politici che spesso non hanno
saputo cogliere aspetti come la specificità e la complessità delle
dinamiche interne ai movimenti e le controverse relazioni di potere
che stanno alla base di diverse forme di mobilitazione
Negli anni più recenti si è potuto constatare come la prospettiva
etnografica, con la sua vicinanza ai singoli attori e l’attenzione
alle micro-pratiche, possa fornire un contributo importante allo
studio delle articolazioni tra mobilitazioni di diversa scala, che
comprendono la dimensione locale e quella transnazionale. L’indagine
etnografica si accosta intimamente agli attivisti, ai volontari, ai
militanti e non di rado partecipa ai movimenti sociali che si impegna
a documentare e spiegare: l’ntropologia dei movimenti,insomma,è spesso
engagè e si impegna nella restituzione storica dei processi di
mutamento sociale caldeggiati “dal basso”, al di fuori o contro gli
apparati istituzionali. Si può quindi osservare come negli ultimi anni
stia prendendo corpo un’antropologia dei movimenti sociali che si
propone come nuova branca dell’antropologia politica e che conosce
oggi un copicuo seguito tra gli studiosi.
Intendo qui proporre un percorso teso ad illustrare, mediante una
breve rassegna di esempi etnografici, come lo studio antropologico
delle soggettività, degli immaginari, delle pratiche di partecipazione
e di resistenza costituisca un nodo cruciale nella comprensione dei
movimenti sociali contemporanei e delle configurazioni politiche
inedite che questi, non di rado, sono in grado di produrre.


Proiezione “Il Castello” sabato 31 marzo 2012

Sabato 31 marzo 2012 dalle 21,30 proiezione (gratuita!) del film “Il Castello” di Massimo D’Anolfi e Cristina Parenti

Sinossi:

Il castello è un film che racconta un anno dentro l’aeroporto intercontinentale di Malpensa, un luogo in cui la burocrazia, le procedure e il controllo mettono a dura prova la libertà degli individui, degli animali e delle merci che da lì transitano.
L’aeroporto è un luogo strategico in cui si concentrano tutte le forze dell’ordine esistenti in un paese. Qui si sperimentano le nuove forme del controllo: un laboratorio permanente sulla sicurezza come nessun altro spazio pubblico riesce ad essere. Servizi Segreti italiani e stranieri, Polizia di Frontiera, Guardia di Finanza, Guardie giurate,
cani anti droga anti valuta e anti esplosivo, telecamere ovunque e la paura sempre alimentata di un pericolo sconosciuto in arrivo.
Osservando la vita dell’aeroporto componiamo, in quattro movimenti, il ritratto di una frontiera.
Il castello è un film corale, a volte drammatico, a volte ironico, a volte contemplativo che procede per situazioni emblematiche nel corso delle quattro stagioni.

Note di regia:

Abbiamo deciso di girare un film in un aeroporto intercontinentale perché crediamo che sia il luogo in cui, meglio che altrove, si riesce a comprendere l’ossessione per la sicurezza, la paura dell’altro e la strategia del controllo che pervadono il nostro presente. Ogni aeroporto è percorso da un doppio movimento: da un lato c’è il flusso provvisorio, multiforme e conosciuto delle persone che viaggiano, dall’altro il ciclo continuo, ripetitivo e sconosciuto dei lavoratori e dei loro strumenti. Lo sguardo del film è rivolto ai luoghi normalmente inaccessibili e invisibili perché è nel loro rivelarsi e nel loro stabilire un rapporto con ciò che si conosce che il mosaico si fa completo e che si spiega l’indissolubile legame tra controllore e controllato, tra programmazione e casualità, tra sicurezza e paure reali o costruite. Scegliamo di seguire il lavoro delle forze dell’ordine, non per sposarne il punto di vista, ma per consentire al nostro sguardo di rimanere sospeso in equilibrio tra il forte e il debole, tra il legale e l’illegale, tra chi esercita il potere e chi è costretto a subirlo.
Il castello è un film d’osservazione: mettiamo la nostra macchina da presa sul cavalletto e la puntiamo per cercare di capire le cose che accadono davanti ai nostri occhi e alle nostre orecchie. Diamo alle immagini, al film una struttura, combinando pensiero razionale ed emotivo.

 

<iframe src="http://player.vimeo.com/video/37586581?title=0&byline=0&portrait=0" width="400" height="225" frameborder="0" webkitAllowFullScreen mozallowfullscreen allowFullScreen></iframe><p><a href="http://vimeo.com/37586581">Il castello di D'Anolfi e Parenti</a> from <a href="http://vimeo.com/user5292209">Massimo D'Anolfi</a> on <a href="http://vimeo.com">Vimeo</a>.</p>


Venerdì 2 Marzo, serata antipsichiatrica con Sabatino Catapano


Sabato 3 marzo 2012, ore 21 Paolo Pasi in concerto!


17 gennaio presentazione con claudio venza dalle 21


Sabato 14 gennaio dalle 21 presentazione del libro le nostre braccia, meticciato e antropologia delle nuove schiavitù

Le nostre braccia

Meticciato e antropologia delle nuove schiavitù

Non esiste una purezza originaria, siamo tutti meticci.

Dalla prefazione di Bruno Barba

Le nostre braccia al lavoro. Le braccia dei migranti che formano le fila dei nuovi schiavi, non sono semplicemente i cardini sui cui poggia il benessere delle società privilegiate. Sono ossa e muscoli di africani, sudamericani, asiatici, sono nervi e cervelli di donne e uomini che viaggiano per cambiare la loro vita. Le barriere vengono aggirate, gli ostacoli rimossi a fatica, gli individui s’incontrano e si mescolano in una babele di lingue e culture. Il meticciato è l’elemento fondamentale per oltrepassare la nozione stessa di identità, la principale minaccia che si contrappone alla riscoperta della ricchezza delle differenze. In un mondo scosso da tensioni epocali, l’impatto di questo fenomeno è crescente, studiarne le dinamiche significa comprendere le crisi e le possibilità della civiltà contemporanea in cui, mai come adesso, è necessario il dialogo, l’apertura allo scambio, l’interazione positiva, il cambiamento.
Attraverso l’analisi antropologica Andrea Staid decostruisce il modello multiculturale caro ai media progressisti (o presunti tali), verificando le proprie tesi in decine di interviste a lavoratori migranti da cui sono stati selezionati ed elaborati i racconti più significativi di muratori, badanti, manovali, contadini e attivisti politici.

http://www.agenziax.it/?pid=56&sid=30


Martedì 20 Dicembre ore 20 Cenone Anticlericale!

cibo, vino, musica e tanta convivialità in un mondo che ha ben poco da festeggiare..

con 10 euro  magni e supporti le attività del circolo!

Dalle 20, se cmq vuoi portare qualcosa da farci assaggiare ben venga!


venerdì 4 Novembre, ore 20 CENA VEGAN anti C.I.E

VENERDì 4 NOVEMBRE ALLE 20.00 AL CIRCOLODEI MALFATTORI, IN VIA
TORRICELLI 19, MILANO:

CENA VEGAN BENEFIT PER LA LOTTA CONTRO I C.I.E!

DISCUSSIONE, AGGIORNAMENTI SULLA SITUAZIONE ATTUALE E PROPOSTE
PRATICHE..

PREZZO INDICATIVO 10 E O QUELLO CHE PUOI, BERE INCLUSO.

PER INFO: TRAVENTOETEMPESTA@RISEUP.NET


Sabato 5 novembre ore 16 assemblea ANTIMILITARISTA