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Sabato 25 Giugno, L’oro nero dei Moratti

Presentazione del libro e del video,

clicca qui sotto per vedere il trailer:

http://www.youtube.com/watch?v=xsbsvxjTFzI

 

autori : Antonio Caronia, Massimiliano Mazzotta

L’oro nero dei Moratti

Oil secondo tempo

film inchiesta

Bepress edizioni

Libro: 140 pagg. – DVD SD PAL 16:9 letterbox Durata: 70’

Prezzo 18 euro

Tre anni fa usciva Oil (www.oilfilm.it), il documentario di Massimiliano Mazzotta sulla raffineria
Saras, che tanto preoccupò la famiglia Moratti (proprietaria dell’azienda) da spingerla a tentare con
tutti i mezzi di ostacolarne la diffusione. Ma Oil aprì anche lunghe e appassionate discussioni fra
gli abitanti di Sarroch (Cagliari), sede della raffineria, e del territorio circostante.

Adesso il documentario Oil secondo tempo, insieme al libro L’oro nero dei Moratti, prosegue quel
discorso, approfondendo il racconto dei dubbi e delle polemiche sugli effetti ambientali e sanitari
della Saras, sulle sue peripezie in Borsa e nei tribunali, e sulle tragiche morti degli operai (l’ultima
il 13 aprile 2011). Secondo alcune notizie di stampa (smentite dall’azienda) la Saras avrebbe
continuato il commercio di benzina con Gheddafi anche dopo le sanzioni dell’Onu. Con grande
attenzione alla documentazione disponibile (che non è molta), il nuovo documentario e il libro si
pongono però anche nuovi interrogativi. Perché la famiglia Moratti (come i petrolieri di tutto il
mondo) è sempre alla ricerca di un’immagine positiva presso l’opinione pubblica? Perché tanti
petrolieri sono dirigenti e sponsor di squadre di calcio? Forse perché la loro industria è una delle
più inquinanti al mondo? Quali legami con la politica internazionale ha il mondo del petrolio? La
morte del presidente dell’Eni Enrico Mattei, nel 1962, è collegata alla strategia della tensione che
insanguinò l’Italia a partire del 1969?

La dinastia dei Moratti, a partire dal fondatore Angelo, si è sempre bilanciata fra attenzione ai
profitti, basso profilo mediatico, e accorta gestione del consenso. Sino a occupare ecumenicamente,
tramite le donne della famiglia, gran parte dello spettro politico attuale. Sinora l’abilità tattica di
questa famiglia l’ha salvata dai guai. Ma cosa potrebbe accadere se la situazione cambiasse e le
fortune politiche dei Moratti (a destra come a sinistra) cominciassero a declinare

Presentazione del libro e del video,

clicca qui per vedere il trailer.

 

In tutto il mondo i petrolieri sono alla disperata ricerca di un’immagine positiva presso l’opinione
pubblica. Sarà perché la loro industria è una delle più inquinanti che tanti di loro sono dirigenti e
sponsor di squadre di calcio? Intrighi politici internazionali, in Italia anche inquietanti possibili
legami con la strategia della tensione, segnano il mondo del petrolio. La dinastia dei Moratti si è
sempre bilanciata fra attenzione ai profitti, basso profilo mediatico, e accorta gestione del consenso.
Ma qual è il suo rapporto con Sarroch, nel golfo di Cagliari, sede della raffineria Saras che è fonte
della ricchezza della famiglia?
A tre anni di distanza da Oil (www.oilfilm.it), il documentario Oil secondo tempo e il libro L’oro
nero dei Moratti proseguono il racconto dei dubbi e delle polemiche sugli effetti ambientali e
sanitari della Saras, sulle sue peripezie in Borsa e nei tribunali, e sulle tragiche morti degli operai
(l’ultima il 13 aprile 2011). Sinora l’abilità tattica di questa famiglia l’ha salvata dai guai. Ma cosa
potrebbe accadere se la situazione cambiasse e le fortune politiche dei Moratti (a destra come a
sinistra) cominciassero a declinare?

Antonio Caronia insegna Sociologia della cultura, Comunicazione ed Estetica all’Accademia
di Brera e alla NABA di Milano, ed è direttore scientifico del M-Node del Planetary Collegium
(University of Plymouth, UK). Attivista nei movimenti di opposizione sociale, studia gli effetti
delle tecnologie sulla società e sull’arte, i problemi della comunicazione, la filosofia del linguaggio.

Massimiliano Mazzotta, fotografo e regista, ha al suo attivo un’ormai lunga carriera professionale
nel campo della pubblicità e della moda. Nei suoi viaggi è maturata una vocazione al reportage
fotografico e cinematografico. I suoi documentari, tra i quali 6×9, Vigili del fuoco e Tsukiji Market,
hanno avuto significativi riconoscimenti nazionali e internazionali. Oil (2008) è stato il suo primo
lungometraggio.


Giovedi 16 giugno, incontro con anarchici bielorussi

http://malfattori.noblogs.org/files/2011/06/belarus-anarchist-A3-212x300.jpg
Anarchist Black Cross Belarus
Solidarity-Info Tour

Incontro con * compagn* bielorussi della Croce Nera Anarchica che ci parleranno della situazione politica nel paese e della pesante repressione subìta dal movimento nell’ultimo anno, nonché delle iniziative da loro intraprese nelle strade, per far comprendere le specificità del contesto bielorusso in cui il movimento anarchico si trova ad agire.

Ore 20: cena benefit
Ore 21: video
Ore 22.30: presentazione dell’opuscolo realizzato dall’ABC Belarus per il Solidarity-Info Tour nell’Europa Occidentale (primavera 2011)
x info: belarus_abc@riseup.net

via Torricelli 19, Milano
M Romolo, Tram 3-15, Bus 90-91
Organizzano:
Circolo dei Malfattori
http://malfattori.noblogs.org
Federazione Anarchica Milanese – F.A.I.
http://federazione-anarchica-milanese-fai.noblogs.org


Venerdì 20 maggio 2011: ore 19 aperitivo e alle 21 presentazione del libro


Olvidados è il nome spagnolo dal suono solenne,difficilmente traducibile in italiano, con cui gli spagnoli chiamano i ‘dimenticati’, o meglio sarebbe definirli come i ‘nascosti’, i ‘cancellati’, i ‘rimossi’. Quegli uomini e quelle donne i cui nomi non trovi mai nei libri di storia ,o negli archivi degli istituti più prestigiosi,che rintracci a fatica, o per caso, in qualche fotografia ingiallita,dove stanno sullo sfondo,quasi fuori dall’inquadratura,sempre lontani da quelli che contano, o irrompono, loro malgrado, in qualche nota di libri scritti per tutt’altro motivo.

Uomini e donne sopravvissuti per decenni , praticamente soltanto nei personali ricordi dei pochi ancora in vita che un tempo li conobbero, e che, per nostra fortuna, sono sempre fermamente convinti che se essi non fossero esistiti, il mondo sarebbe un posto ancora peggiore di quanto già oggi non sia.

Uomini e donne sempre definiti dai loro compagni ‘ufficiali’ come: “sognatori”, “utopisti” o “poeti”, o magari “avventurieri”, parole che soltanto nel paese del più vieto conformismo,quale oggi è l’Italia; vengono pronunciate con tanto ed evidente fastidio.

Uomini e donne che compirono l’imperdonabile errore di dire quello che pensavano e di fare quello

che dicevano, e che errore ancora più grande, volevano vivere da liberi qui ed ora,senza aspettare i

tempi ragionevoli della storia. Che per questo motivo patirono le più cocenti delle delusioni, le sconfitte più devastanti e a cui, ironia della sorte,soltanto gli archivi delle tante polizie che li perseguitarono e li mandarono a morte, rendono un involontario e postumo omaggio.

 

Questo libro parla di loro, degli ‘olvidados’ della Barcellona degli anni venti,che spesero le loro vite per rimuovere tutto ciò che ostacolava la costruzione , che si andava facendo, di una società di liberi e di uguali.


Ven. 22 ore 21.30 “Le brigate Bruzzi-Malatesta: lotta partigiana e liberazione dai fascisti a Milano” con Dino Taddei

via Torricelli 19, Milano (zona Ticinese)
M Romolo, Tram 3-15, Bus 90-91
ingresso gratuito

Le Brigate Bruzzi-Malatesta furono una brigata partigiana anarchica.

Nate come “Brigate Malatesta”, dopo la morte di Pietro Bruzzi assunsero il nome di “Brigate Bruzzi-Malatesta” e potevano contare su circa 1300 militanti partigiani[1] che agivano di concerto con le Brigate Matteotti[2]. Giuseppe Pinelli era una staffetta delle Brigate Bruzzi-Malatesta.
La lapide commemorativa apposta dagli anarchici.

Le brigate Bruzzi-Malatesta, attive sia a Milano che nel Pavese e nelle valli bresciane, sono le protagoniste di alcune ardimentose azioni partigiane rimaste nella storia della Resistenza, come la liberazione degli imprigionati a Villa Triste, luogo di tortura per partigiani da parte della banda Koch [3], ed il 25 aprile 1945 sono sempre le brigate Bruzzi-Malatesta che dopo aver occupato la Carlo Erba affinché non venisse distrutta dai nazifascisti in fuga, attaccano e prendono possesso del braccio politico di San Vittore e di seguito partecipano all’occupazione della sede EIAR presso corso Sempione [4]. Suddivise in quattro formazioni estesero la loro azione alla Lomellina e alla Val Trompia spingendosi ad operare fino in valli venete. Il comandante era Orazio Mario Perelli [5], mentre Mario Mantovani era commissario politico.

Nascita

Presso la fabbrica costruzioni meccaniche Fratelli Guidetti a Santa Cristina e Bissone, nel gennaio 1944 fu costituito il I Comitato di agitazione antifascista, di cui facevano parte Antonio Pietropaolo, Sinogrante Castiglioni, Prospero Saracchi, Bruno Passoni e Luigi Discacciati. Nel contempo venivano organizzate squadre d’azione partigiana in zona Mede-Lomello e territori limitrofi. Di seguito l’orgnanizzazione iniziò a divenire più efficace man mano che la Resistenza si andava sviluppando, determinando la nascita della II Brigata Malatesta in zona Santa Cristina e Bissone, Corteolona, Inverno, Monteleone, Miradolo, Bissone, Boscone, Calendasco. Iniziarono i rapporti di collaborazione con i partigiani slovacchi di Corteolona e di Santa Cristina e Bissone e nel cotempo venivano organizzate fughe e copertura di prigionieri alleati; fra gli slovacchi stessi fu costituita una squadra che confluì nelle “Brigate Malatesta e Bruzzi” .

Alcune azioni

* 15 aprile 1944. Assalto da parte di squadre operanti a Mede-Lomello contro la caserma dei carabinieri e della Guardia Nazionale Repubblicana di Pieve del Cairo, sequestrati 12 moschetti, 5 rivoltelle e materiale bellico.
* 23 aprile 1944. Azione armata contro il traghetto tedesco sul Po a Pieve del Cairo (il nemico perdeva un uomo). Disarmo di un sergente e di un maresciallo tedesco.
* giugno 1944. Operazione armata contro la caserma di S. Giorgio Lomellina. Disarmo dei militi di presidio; bottino di armi e munizioni.
* 5 agosto 1944. Abbordaggio al traghetto tedesco nella zona di Boscone Calendasco nei pressi di Piacenza. Vengono disarmati i soldati tedeschi, la squadra partigiana è sotto al comando di Luigi Rossi.
* gennaio 1945. Sabotaggio dei depositi della Organizzazione Todt sul Po a Torre Beretti.
* 1º aprile 1945. Attacco al presidio di Lomello della guradia nazionale repubblicana; viene issata sul palazzo comunale la bandiera della Bruzzi-Malatesta per circa 5 ore: fu issata sulla piazza del comune dalle 7 alle 11,30. Vengono disarmati due militari tedeschi in paese e quattro al bivio della strada Lomello-Mortara-Pavia, vengono altresì feriti due militari nazifascisti.
* 31 marzo 1945. Vengono presi contatti con i partigiani slovacchi di Corteolona i quali forniscono armi ai partigiani della Bruzzi Malatesta, fra i partigiani slovecchi vi sono ottimi esperti nell’uso delle armi automatiche per cui questi ultimi con Saracchi e Castiglioni, militanti della Brigata Anarchica, rafforzano il blocco della strada Vigentina e portano un carico di armi automatiche alla I Brigata Bruzzi-Malatesta in vista dell’imminente situazione insurrezionale.
* 24 aprile 1945. Viene conquistata la caserma della G.N.R.(Guardia Nazionale Repubblicana) e catturati i presenti. Segue un attacco alla corriera che trasporta i militi delle Brigate Nere sulla strada per Mede-Lomello; muore il partigiano Angelo Camussoni.
* 25 aprile 1945. Zona Pavese occidentale: i partigiani del contingente operante a Santa Cristina e Bissone, Corteolona, Belgioioso prendono possesso della zona e contatto con i partigiani slovacchi che passano tutti alla Bruzzi-Malatesta, formando poi un contingente specifico, e portando alla Brigata 50 fucili e parecchi mitragliatori. Alcune squadre della Bruzzi-Malatesta vanno in soccorso alla Brigata Garibaldina Stella Rossa, che è impegnata in un conflitto a fuoco con 200 marinai tedeschi presso Alberoni. Vengono quest’ultimi catturati ed inviati al Comando di S. Colombano, contemporaneamente vengono assaltati tre autocarri tedeschi che transitano per Corteolona e vengono fermati a Belgioioso.

Zona della Lomellina

* 25 aprile 1945. Vengono occupati caserma e municipio a Mede. Catturati numerosi militi delle Brigate Nere e dell’esercito tedesco.
* 26 aprile 1945. Nel pomeriggio un contingente di circa ottomila fascisti di diversi corpi proveniente dal cuneense inizia un rastrellamento ai danni dei partigiani della Brigata Anarchica. La Brigata Fachiro si ritira dopo 5 ore di scontri, vista l’imparità degli schieramenti contrapposti, per cui il restante dei militanti della Bruzzi Malatesta passa ad un’operazione di sganciamento tramite attacchi isolati e repentini utilizzando moltissimi lanci di bombe a mano.
* 28 aprile 1945. Attacco ai presidi nazifascisti di Sartirana.
* 29 aprile 1945. Fianlmente la Brigata Anarchica può ricongiungersi ad altre Brigate partigiane accorse in zona, i partigiani delle diverse Brigate formano un caposaldo di sbarramento con mortai e mitragliatrici pesanti presi ai nazifascisti circondando una colonna nemica che attorno alle 23,30 riceve dalle Brigate partigiane l’intimazione di resa.
* 30 aprile 1945. Resa del contingente nazifascista.


Rinviato sfratto al 18 Ottobre 2011!

dopo la videoproiezione di ieri sera,  una nottata fra musica, chiacchiere, nuove nascenti occupazioni dopo lo sgombero di ieri della piscina occupata  e la colazione presidio di stamattina dalle 6 è arrivato ora l’uffciale giudiziario con il rinvio dello sfratto.. al 18 ottobre! ringraziamo tutt* i present* e non per  la solidarietà e il supporto!



contro lo sfratto del circolo PRESIDIO dalle 6 di mattina

 

Presidio contro lo sfratto del Circolo (con colazione)
via Torricelli 19, Milano (zona Ticinese)
M Romolo, Tram 3-15, Bus 90\91 59

Siamo alle solite,
martedi 19 aprile il Circolo dei Malfattori di via Torricelli 19 rischia di essere sgomberato.
Superata l’ultima minaccia di novembre, dopo qualche mese il
Comune torna all’attacco avventandosi su uno spazio di cultura libertaria occupato dal 1976, così come periodicamente si avventa su altri spazi liberati come l’Ambulatorio Medico Popolare di via dei Transiti, o come si è avventato sull’occupazione di via Giannone due mesi fa trovando la risposta che meritava (da uno spazio sgomberato sono nati due nuovi spazi liberati!)

Ma non si tratta solo di questo; non sono solo le quattro mura che racchiudono questi “esperimenti di libertà” che ci interessano, sebbene siano
parte della nostra storia, parlino di tutto quello che è avvenuto in 30 anni e ovviamente facciano parte del nostro bagaglio di cultura e di sopravvivenza nel ticinese, quartiere popolare negli ultimi anni dilaniato e stravolto dal mostro della speculazione edilizia.

Non si tratta solo di affezionarsi ai luoghi.. l’intento repressivo in
atto dalla municipalità milanese deve per forza essere letto
in un’ottica molto più allagata. La Milano capitale del business, della moda, della velocità, e per contrappasso dello sfruttamento e della repressione, ospiterà tra 4 anni la tanto millantata EXPO 2015 e la Moratti con i suoi scagnozzi, capo del
branco De Corato, hanno promesso pulizia e ordine da tutto ciò
che non rientra nei canoni della capitale del capitale, questa città
tutta gru e cantieri aperti appunto.

Basta anarchici, basta cultura libertaria, basta libera circolazione dei saperi, basta
occupazioni, basta sperimentazioni libere e autgestite di spazi, quartieri, vite.

Vogliono estinguere qualunque tentativo di opposizione ad un sistema di cose che vorrebbe fagocitarci, vogliono soffocare ogni tentativo di diffusione di un
pensiero libero, anarchico, indipendente e autogestito, proprio perchè non promuove ma anzi combatte tutti i loro desideri e progetti di morte. Ci hanno provato due anni fa con Conchetta, ma alla fine non ce l’hanno fatta, anzi hanno trovato una risposta rabbiosa e determinata che ha rafforzato il movimento.

Vogliono mettere le grinfie sulla cascina autogestita Torchiera, che è in una posizione ambita da palazzinari e mafiosi in vista dell’Expo.

Vogliono far piazza pulita delle case popolari occupate, ma hanno trovato in quartieri popolari come San Siro vecchia una risposta compatta da parte di italiani e immigrati che lottano per soddisfare gli stessi bisogni.

Lo stato di assedio è totale, le continue minacce di sgomberi poi rinviati non hanno altro scopo che portarci al logoramento e all’immobilità.
Ci vogliono sfinire, provocare, dividere, per riuscire a disfarsi di noi senza resistenza, ma stanno ottenendo il risultato esattamente opposto, perché ci stiamo unendo, rafforzando, e siamo pronti a passare al contrattacco.

Salutiamo con gioia le nuove occupazioni, a partire dal Boccaccio di Monza neo-rioccupato, la Zona Autonoma Milano nel quartiere popolare della Barona, la Piscina occupata in Porta Romana e lo spazio Tortuga in viale Monza, così come la risposta/rioccupazione immediata che è seguita allo sgombero della Fornace di Rho, e siamo pronti a resistere per tenerci e conquistarci quello che ci spetta.

L’AUTOGESTIONE NON SI SGOMBERA!
10 100 1000 OCCUPAZIONI!


Aprile2011: Antifascista e Antisgombero

Tutti gli appuntamenti e il volantino pieghevole fronte-retro da scaricare, stampare, spammare far girare…


 


Venerdì 8 Aprile 2011 NOTAV da Torino


Settimana Antinazionale: Dalla Comune di Parigi alla Grecia in Rivolta…17-19 Marzo