Dooppia presentazione mercoledì 26 maggio al circolo dei malfattori
Ore 20 cena buffet
ore 20.30 film la patagonia rebelde
21.45 inizio presentazioni con Alberto Prunetti del libro La Patagonia rebelde, elèuthera;
Patagonia rebelde è un libro
perseguitato. Negli anni Settanta, in Argentina, l’opera è stata
censurata, le copie sequestrate e bruciate. Nonostante il successo della
riduzione cinematografica realizzata da Héctor Olivera (Orso d’argento a
Berlino nel 1974), la storia è stata poi offuscata dalle «patagonie»
estetizzanti alla Chatwin. I protagonisti delle vicende narrate da Bayer
sono invece peones, gauchos dalla pelle tagliata dal vento, bandoleros e
sindacalisti anarchici. Ribelli dimenticati di un lungo sciopero
insurrezionale che nel 1921 li vide occupare le fattorie dei latifondi
patagonici con un’armata stracciona che, sventolando la bandiera della
rivolta, tenne in scacco per mesi polizia ed esercito. Tra loro un
bandolero italiano noto come El Toscano. Storie drammatiche di
ribellione e ideali internazionalisti che Bayer racconta con passione
quasi in presa diretta.
E insieme presentazione del libro
"Il fioraio di Perón” Stampa
Alternativa, 2010,
il romanzo narra episodi
in gran parte veri, ma ciò è irrilevante: ciò che è vero al di là di ogni
dubbio è il contesto umano e sociale che emerge nel narrare la vicenda di un
fioraio italiano giunto vicino alle sedi del potere, e quella parallela di un
erede che ne cerca le tracce. Il simbolo più significativo di tutto ciò è la casa
rosada, così chiamata perché tinta con sangue bovino all’epoca della
costruzione. Un colore tenue e piacevole, dunque, che allude a una crudeltà
sempre pronta a trasudare, fatta di prepotenza e pulsioni autoritarie.
Valerio Evangelisti
Donne e uomini e bambini.
Di ogni estrazione sociale e professione vennero fatti sparire perché
considerati sovversivi durante la dittatura militare che terrorizzò il Paese
tra il 1976 e il 1983. Fu la più grande strage di italiani dopo la seconda
guerra mondiale. Apparentemente potrebbe sembrare storia nota, definita
quantomeno nei contorni storici. Invece non è affatto così perché ben poco è
certo e ogni riga che si scrive è importante. Il bel romanzo di Alberto
Prunetti lo è per diversi motivi. Innanzitutto perché attraverso questa vicenda
singolare di Cosimo Guarrata mette in contatto il passato e il presente,
evidenziando tutti i passaggi più importanti della storia argentina. E poi
perché l’altrettanto straordinario intreccio di storie individuali racconta le
diverse percezioni della realtà di quell’enorme e contraddittorio Paese
sudamericano.
Massimo Carlotto
Alberto Prunetti (1973) è scrittore, traduttore,
fotografo e insegnante di italiano a lavoratori immigrati. Ha pubblicato il
romanzo Potassa (Nuovi Equilibri
2004) e ha curato l’antologia L’Arte
della fuga (Nuovi Equilibri, 2005). Tra le opere brevi, è autore di un
racconto nell’antologia 10 racconti in
noir (Nuovi Equilibri, 2008) e della voce “Osvaldo Bayer” nella International Encyclopedia of Revolution and
Protest, una enciclopedia delle rivolte popolari in 8 volumi edita dalla
casa editrice anglosassone Blackwell. Ha pubblicato una serie di reportage da
Buenos Aires per il quotidiano italiano “Il Manifesto” e adesso pubblica su
“Arivista” e su “Carmilla”, di cui è redattore. Come traduttore, ha tradotto
dall’inglese e dallo spagnolo per svariate case editrici italiane, tra cui
Elèuthera.