Venerdì 12 Marzo 2010 dalle ore 20

Mostra fotografica
– Activestills

 

Cena buffet
benefit per gli anarchici contro il muro

 

Dibattito
con Oren Ziv e Yotam Ronen del collettivo Activestills e anarchist against the
wall

 

Gli ACIM
sono un prodotto di due sottocorrenti che si sono incontrate nel 2003 un anno
dopo l’inizio della costruzione del muro da parte di Israele, nel campo di
protesta durato quattro mesi formato da attivisti palestinesi, israeliani ed
internazionali nel villaggio di Mas’ha, che stava per perdere le terre a causa
del passaggio del muro. Questo campo divenne il punto focale per una nuova
forma di lotta unitaria, civile a democrazia diretta su base territoriale e di
fatto iniziò una terza intifada conosciuta come “intifada del muro”.

Anarchici contro il muro
è un movimento misto, non tutti gli attivisti che ne fanno parte sono
anarchici, diciamo che ci si ritrova su affinità specifiche e in questo caso è
quella di combattere contro il muro e l’occupazione in Palestina da parte dello
stato di Israele.
Gli ACIM cercano di evitare il peso eccessivo ed ingombrante delle impalcature
ideologiche, per assumere come proprio centro di gravità le pratiche, non che
l’analisi teorica ed i principi non siano necessari, dal momento che noi vi
facciamo ricorso quando occorre decostruire i miti dell’apartheid sionista.
Tuttavia, attualmente, le individualità che compongono gli ACIM preferiscono
dedicarsi, alla decostruzione del muro di Israele e ad esprimere il loro
dissenso contro la politica dell’occupazione dei territori palestinesi.
Da un secolo, l’anarchismo costituisce una corrente secondaria ma tuttavia presente
in Palestina e Israele, formando tre distinte ondate: il socialismo libertario
delle prime comuni o kibbutz; le attività culturali e editoriali degli
immigrati di lingua yiddish; e l’anarchismo contemporaneo israeliano.
Nella società palestinese esistono individualità simpatizzanti ma non c’è alcun
movimento anarchico organizzato, data anche l’egemonia a sinistra di partiti
marxisti quali il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Tuttavia
la prima Intifada (1987-1989) guadagnò il sostegno degli anarchici in quanto
insurrezione di base con un generalizzato rifiuto di pagare le tasse, scioperi
generali, scontri urbani e la nascita di scuole clandestine e progetti per il
mutuo appoggio. Sin dal 2000, gli anarchici israeliani ed internazionali hanno
portato avanti campagne di solidarietà in Palestina.
Gli sforzi dei militanti israeliani contro l’occupazione ed in solidarietà con
i palestinesi furono rafforzate con l’inizio della seconda Intifada. La rete
Ta’ayush (Parterniato Arabo-Ebreo), sebbene non dichiaratamente anarchica, si
organizzava informalmente per rompere gli assedi e portare viveri alle città
palestinesi, per difendere gli agricoltori, sotto attacco dei coloni e dei
militari mentre coltivavano i loro campi.
Dall’estate del 2001, arrivano molti anarchici stranieri in Palestina nelle
file dell’International Solidarity Movement (ISM), che accompagnano i
palestinesi nelle loro azioni non violente di smantellare i blocchi stradali e
disobbedire ai coprifuoco; serviranno anche come scudi umani e testimoni
oculari durante l’offensiva israeliana della primavera del 2002. Si indebolirà
l’ISM in seguito all’assassinio dei due suoi militanti, Rachel Corrie e Tom
Hurndall, nella Striscia di Gaza, e alla campagna di repressione israeliana che
faceva perquisizioni degli appartamenti ed uffici dell’ISM, attuando
deportazioni e negando i visti per poter entrare nel paese. A partire dalla
primavera del 2003, gli anarchici israeliani iniziano ad organizzarsi
autonomamente per collaborare con i palestinesi e con gli internazionali,
particolarmente nella campagna contro la costruzione del Muro della Separazione
nella West Bank.

 

 


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